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DELUSIONE EMOTIVA

novembre 30, 2011

MERCOLEDÌ, 28 SETTEMBRE 2011

GRENACHE VS CANNONAO

Mi ricordo.
Mi ricordo cinque anni fa una vacanza in Sardegna a Cala Gonone. Solo io amante del vino, gli altri amanti solo della vacanza. Ad un certo punto, fra occhiate di sufficienza, dico che vado a fare un giro per le cantine.
Ovviamente con il solito problema di avere veramente poco tempo, scelgo di andare alla CS Dorgali: CS sta per Cantina Socialehttp://www.cantinadorgali.com/index.php   (fate attenzione, il sito sembra morto: per entrarci dovete cliccare sulla minuscola Italietta stilizzata sotto il logo della cantina…)

Entro in un ambiente di degustazione veramente spoglio, anche se pulito.
Muri bianchi, 5 o sei bottiglie appoggiate in bella mostra su un tavolino, dietro il bancone, nessuno.
Aspetto un po’ e compare una signora in età, alla quale chiedo se posso assaggiare qualche vino; va bene, mi dice.
Dunque vi riepilogo la scena: io solo, in un ambiente altrimenti deserto, con una vecchia che non sostiene nessun dialogo.
Chiedo se può avvinarmi il bicchiere, e mi chiede cosa intendo. Allora le spiego cosa intendo e lei dice che è un peccato buttare via il vino. Insisto, avvina a malincuore e mi versa un po’ di vino.
Il vino tutto sommato è abbastanza buono, mi riferisco a quello con l’etichetta nera, adesso l’hanno un po’ ristilizzata. La signora mi guarda muta, io considero fra me e me i profumi, i sapori, cerco di dire qualcosa ma la signora continua distrattamente a fare qualcos’altro, tipo riassettare un po’ il banco, mettere a posto qualche bicchiere, sembra che non veda l’ora che io termini.
Il vino non è niente di trascendentale (so che per i filosofi questa parola vuol dire tutta un’altra cosa, ma qui la uso in senso non tecnico) tuttavia sono in vacanza in Sardegna, non ci vado spessissimo perchè mi piace sempre cambiare posto per le vacanze, il contrario di stessa spiaggia stesso mare, e voglio provare a portarmi via qualche bottiglia direttamente dal posto. Le cantine piccole non so dove andare a cercarle e non avevo internet sul telefonino allora, la Cantina di Dorgali era l’unica possibile.

Alla fine chiedo alla signora se per caso sono in vendita i bicchieri: perchè mi piacciono molto, hanno una bella forma con stampigliato il logo della CS Dorgali. Mi dice che non sono in vendita, ma quello che avevo utilizzato per la degustazione me lo regala. Lo riprende, me lo lava e me lo porge, con un sorriso molto dolce, tipo da mamma.

Insomma questa storia mi torna in mente dopo così tanto tempo perchè, da poco, ho acquistato un bel libro delle edizioni Slow Food intitolato Guida ai Vitigni d’Italia http://editore.slowfood.it/editore/ita/dettagli.lasso?cod=GVIdi Fabio Giavedoni e Maurizio Gily, ed ho trovato con mia somma sorpresa che il vino Cannonao -gli autori lo chiamano così, io credevo che si scrivesse con la u finale, Cannonau -è lo stesso vitigno conosciuto in Spagna come Granacha e diffusosi alla fine del Settecento in Francia con il nome di Grenache.
Insomma quel nettare che ho assaggiato in Provenza,http://osservatoriodelvino.splinder.com/post/25228774/vinadea e che mi è stato fatto assaggiare in pompa magna da due ragazze sveglie, giovani e competentissime, una anche molto carina, in un luogo veramente accattivante ed accogliente, sarebbe lo stesso vitigno da cui è stato tratto il vino che cinque anni prima ho assaggiato in un locale spoglio, freddo, e servitomi da una signora severa che non voleva nemmeno avvinarmi il bicchiere.

A leggere il libro mi dispiace anche un po’, non so se riesco a spiegarmi, del fatto che quel vino così spettacolare come quello assaggiato in Provenza sia alla fine lo stesso del Cannonau che nella mia testa non considero un vino superlativo.
Qui non voglio dire che tutti i vini provenziali sono meglio di tutti i vini sardi, assoluatmente non intendo questo: però un pochino, la sensazione che il cannonao rispetto al grenache sia un po’ un parente povero, è una patina che non riesce a togliermi nessuno, e credo che praticamente tutti messi di fronte ad un Chateauneuf du Pape di Grenache in Purezza ed a una bottiglia di Cannonau in purezza, d’istinto prenderanno il primo.

Insomma, in questa storia ci sono anche tanti perchè che spiegano la differenza fra la Sardegna e la Francia, ed è un peccato: anche se il Chateauneuf du Pape in questo caso è mooolto meglio del Cannonau, tuttavia la Sardegna non è affatto inferiore alla Provenza.
C’è anche una venatura gradevole, di una Sardegna che alla fine non si fa troppo travolgere dalle mode: la Sardegna è questa, un po’ lontana dal marketing e dall’apparenza, non è solo un male mi sembra, no?

Consoliamoci col dire che la nonna sarda mi ha regalato il bicchiere, mentre le ragazze francesi non mi hanno regalato niente.
Italia 1 – Francia 0, ma un po’ di perplessità resta.

Un saluto dal vostro Primo Oratore.

Postato da: arneis a 08:40 | link | commenti 

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